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Marco Filippini

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Terapia del dolore, sempre più necessaria una vera rete ospedale-territorio

18 ott 2013

Terapia del dolore, sempre più necessaria una vera rete ospedale-territorio

Ancora scarsa la comunicazione tra territorio e ospedale nell’ambito della terapia del dolore

Per assicurare l’applicazione della legge Legge 38, che garantisce l’accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore da parte dei cittadini, il passo fondamentale è rendere più efficiente la rete assistenziale. L’attivazione di un vero network tra malato, medico di medicina generale e centri specialistici consentirebbe sia di facilitare il percorso diagnostico–terapeutico dell’assistito, sia di ottimizzare le risorse a disposizione.

È questo il quadro che emerge dalla ricerca effettuata dall’Associazione pazienti Vivere senza dolore, nel corso della campagna LINK UP, che nel 2013 ha visto coinvolti 15 centri ospedalieri per la cura del dolore e 65 medici di famiglia SIMG.

Attraverso la compilazione di questionari da parte dei clinici, sia ospedalieri sia di famiglia, il progetto ha verificato come e da chi venissero seguiti i pazienti per la terapia antalgica e quale rapporto esistesse tra medico di famiglia e specialista ospedaliero.

Dai risultati raccolti nei centri specialistici, emerge che il 46% dei pazienti arriva presso le strutture senza un preventivo screening effettuato dal medico di medicina generale, determinando nei centri lunghi tempi di attesa per coloro che necessitano realmente di cure più specifiche. Ancora alta la percentuale di malati senza una terapia del dolore o con terapie non idonee (i FANS, farmaci antinfiammatori non steroidei, risultano essere i medicinali più prescritti). In oltre l’80% dei casi, poi, il paziente resta in carico al centro e non viene re-inviato al proprio medico di base.

Per quanto riguarda, invece, i dati raccolti presso gli ambulatori dei medici di famiglia, si evince come l’impiego degli oppioidi a scopo antalgico sia ancora sotto considerato. Misurare l’intensità del dolore e identificarne la tipologia sono aspetti fondamentali per impostare terapie farmacologiche appropriate: molti medici di famiglia hanno invece difficoltà a riconoscere il tipo di dolore dei loro assistiti e prescrivono terapie che sono poi modificate dagli specialisti algologi nel 97,6% dei casi.

I risultati della nuova ricerca di Vivere senza dolore confermano dunque l’importanza di educare il paziente sul corretto percorso di cura da seguire ma, al tempo stesso, evidenziano la necessità di formare il medico di medicina generale: due obiettivi improcrastinabili per arrivare a una concreta applicazione della Legge 38 sul territorio e ha un effettivo accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore, nell’ambito dei livelli essenziali di assistenza.

FONTI : http://www.viveresenzadolore.it/2013/09/presentati-la-scorsa-settimana-i-dati-del-progetto-link-up/