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Marco Filippini

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Il futuro delle cure palliative, coniugare efficacia e sostenibilità

8 ott 2013

Il futuro delle cure palliative, coniugare efficacia e sostenibilità

Si è da poco concluso a Bologna il congresso internazionale sulle cure palliative promosso dalla Fondazione ANT Italia Onlus “The Dignity of Life until the Last Breath. Innovative models in cancer palliative care”.

I più importanti esperti europei del settore si sono confrontati sui modelli assistenziali presenti nel Vecchio Continente in ambito di cure palliative e home care.

Dall’Italia arrivano segnali positivi. Sta infatti diminuendo il numero di pazienti oncologici che trascorre gli ultimi giorni di vita in ospedale (dai 53.574 del 2010 ai 49.213 del 2011, con un calo di oltre l’8%), grazie alle reti territoriali di assistenza domiciliare, che riescono a farsi carico di un numero maggiore di persone. Anche il numero degli hospice è in crescita (217 nel 2011 rispetto ai 204 del 2010).

Per quanto riguarda lo scenario internazionale, secondo i dati forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, hanno bisogno di cure palliative tra i 4 e i 5 milioni di persone malate di tumore e circa 100 milioni di pazienti, familiari e caregivers, se includiamo altre patologie. Nel 2020, sempre secondo l’OMS, circa 10 milioni di decessi saranno causati da una patologia oncologica, dai 2 ai 3 milioni solo nei Paesi industrializzati.

Alla luce di questi dati, le cure palliative sono e saranno sempre più indispensabili per la tenuta dei sistemi sanitari. In futuro diminuirà la mortalità tra i giovani, ma sarà in aumento il numero di anziani affetti da patologie oncologiche che avranno necessità di assistenza. È in virtù di questo scenario – ha evidenziato il fondatore di ANT, il Prof. Franco Pannuti – che gli Stati dovranno predisporre politiche sanitarie orientate a una gestione delle cure palliative efficace per i pazienti e per le loro famiglie, ma al tempo stesso sostenibile in termini economici.

L’erogazione delle cure palliative a domicilio rappresenta una sfida irrinunciabile per la sanità di domani. Anche il ministro Lorenzin ha sottolineato più volte l’importanza strategica di questa forma di assistenza, per un sistema sanitario più sostenibile.