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Marco Filippini

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Dolore da arto fantasma, dall’Italia una nuova terapia

30 set 2013

Dolore da arto fantasma, dall’Italia una nuova terapia

Stimolazione elettrica corticale (tDSC) per ridurre il dolore da arto fantasma

La sindrome dell’arto fantasma è una condizione difficile da trattare anche farmacologicamente, nella quale il cervello viene “ingannato” e indotto a riconoscere la presenza di un arto che, di fatto, non c’è più. A dimostrare i benefici della nuova tecnica uno studio pubblicato di recente su Pain e condotto da Nadia Bolognini e Angelo Maravita, entrambi del Dipartimento di Psicologia dell’Università di Milano Bicocca, in concerto con Francesco Ferrario, direttore della Struttura complessa di riabilitazione specialistica Neuromotoria del presidio di Bozzolo (Mantova), e con Felipe Fregni, docente del Laboratory of Neuromodulation, Spauilding Rehabilitation Hospital della Harvard Medical School di Boston.

Il trial è stato condotto su pazienti ai quali era stato amputato un arto superiore o inferiore negli ultimi due mesi e che lamentavano una forte sensazione di dolore all’arto mancante. Ebbene, il campione, dopo essere stato sottoposto per 15 minuti a una singola seduta con corrente diretta transcranica a bassa intensità (2 mA), ha riscontrato un notevole beneficio. I ricercatori hanno dimostrato che una stimolazione con corrente anodica sulla corteccia motoria primaria induce un assopimento del dolore, mentre la stimolazione catodica sulla corteccia parietale posteriore provoca una riduzione delle sensazioni non dolorose connesse alla presenza dell’arto fantasma.

Il trattamento, secondo quanto riportato da Pain, sarebbe non invasivo, indolore e sostanzialmente privo di effetti collaterali. “La ricerca”, hanno evidenziato Bolognini e Maravita, “ha permesso di dimostrare che la stimolazione a correnti elettriche dirette riduce il dolore dal 25 al 100% in soggetti con dolore neuropatico resistente ai farmaci, anche se già portatori di una protesi”. I ricercatori hanno infine concluso: “Siamo in una fase avanzata di sperimentazione sul dolore da amputazione e il nostro obiettivo è quello di riuscire a stabilizzare nel tempo l’effetto indotto dalla stimolazione elettrica e di evitare la ricomparsa del dolore”.

Un risultato sicuramente interessante, che potrebbe aprire nuove prospettive riabilitative nei casi di dolore neuropatico particolarmente problematici e resistenti ai farmaci.