Hospice in USA: raddoppia l’uso ma tardi con le cure

Secondo uno studio recente, aumentano gli hospice in USA, ma anche l’uso di terapie aggressive negli ultimi giorni di vita
Uno studio internazionale da poco pubblicato su Jama (Journal of the American Medical Association) sottolinea come l’aumento positivo dell’utilizzo degli hospice vada purtroppo di pari passo con l’incremento di terapie aggressive che vengono somministrate fino agli ultimi giorni di vita. Secondo i risultati della recente analisi condotta da Joan Teno, palliativista dell’Home & Hospice Care del Rhode Island e docente di politica sanitaria alla statunitense Brown University, “il ricovero in hospice dura troppo poco (spesso meno di tre giorni, il che suggerisce che non ricevano il sostegno fisico e psicologico necessario) ed è solo l’aggiunta finale a un iter terapeutico molto aggressivo che si protrae fino agli ultimi giorni di vita”.
Dai dati di Teno e colleghi emerge come negli Stati Uniti sia da un lato raddoppiato l’uso degli hospice per i malati terminali (passato dal 21,6 per cento del 2000 al 42,2 per cento del 2009), che ben in un quarto dei casi restano però ricoverati per solo tre giorni o meno; e come dall’altro sia anche cresciuta sia la somministrazione di terapie intensive (dal 24,3 per cento del 2000 al 29,2 del 2009) cui viene sottoposto quasi un terzo dei pazienti.
«Un’inadeguata comunicazione che comporta cure indesiderate è endemica in molti ospedali – commentano i ricercatori -. E questo fa sì anche che ancora troppi malati ricevano tardi le cure palliative per il sollievo dai sintomi (primo fra tutti il dolore) e il supporto psicologico di cui hanno fortemente bisogno».
Fonte: Jama – Febbraio 2013