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Marco Filippini

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Disturbi psichiatrici tra gli adolescenti: aumenta il rischio di dolore cronico

7 mar 2014

Disturbi psichiatrici tra gli adolescenti: aumenta il rischio di dolore cronico

Gli adolescenti, in particolare le ragazze, con disturbi psichiatrici hanno una maggiore probabilità di soffrire di dolore cronico: è quanto emerge da uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Norwegian University of Science and Technology (NTNU).

I ricercatori norvegesi hanno preso in esame un campione di 566 adolescenti, di età compresa tra i 13 e i 18 anni, a cui era stato diagnosticato un problema di salute mentale, tra ansia, depressione, disturbi alimentari, autistici, sindrome da deficit di attenzione e iperattività. Ai ragazzi è stato richiesto di rispondere a un questionario indicando se soffrivano di dolore fisico e, in caso affermativo, specificando anche il tipo di sofferenza e la parte del corpo dove il sintomo era localizzato.

Dall’analisi delle risposte degli intervistati, il dolore cronico è stato riscontrato in 7 adolescenti su 10 (70%): percentuale che saliva rispettivamente al 76% e 79% nei ragazzi con problemi di ansia e depressione. La sintomatologia dolorosa più frequente era quella di natura muscolo-scheletrica, segnalata dal 58% del campione. Le ragazze, indipendentemente dal disturbo psichiatrico di cui soffrivano, sono risultate essere più soggette al dolore cronico rispetto ai loro coetanei (55%).

Gli autori dello studio, pubblicato sulla rivista BMC Psychiatry, auspicano che gli importanti risultati emersi rendano maggiormente consapevoli gli operatori sanitari, che hanno in carico ragazzi con problemi di natura psichiatrica, della forte associazione che esiste tra sofferenza fisica e malattie mentali. Il dolore è un aspetto che non può essere trascurato nel trattamento di questi disturbi e, di conseguenza, deve essere tempestivamente diagnosticato: è dunque fondamentale che clinici e psichiatri lavorino in stretta sinergia per prendersi cura del corpo e della mente di questi giovani pazienti.

Fonte: BMC Psychiatry