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Marco Filippini

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Sindrome delle gambe senza riposo: oppioidi efficaci anche nei pazienti più “difficili”

29 nov 2013

Sindrome delle gambe senza riposo: oppioidi efficaci anche nei pazienti più “difficili”

Nei soggetti affetti da “sindrome delle gambe senza risposo” che non rispondono alle terapie standard, l’associazione ossicodone/naloxone si è dimostrata efficace e ben tollerata, sia a breve che a lungo termine. È quanto emerso da uno studio apparso recentemente su Lancet Neurology.

La “sindrome delle gambe senza riposo”, nota anche come Restless Legs Syndrome (RLS), è una malattia neurologica cronica che compare di solito dopo i 40-45 anni e affligge il 5-10% della popolazione adulta, con un rapporto donne/uomini di circa 2:1. Le attuali terapie sono prevalentemente farmacologiche e sintomatiche. I farmaci considerati di prima scelta sono i dopamino-agonisti non ergot e i farmaci anticonvulsivanti. Esiste tuttavia un 40% di pazienti che non risponde a queste terapie; un altro 25-50%, trascorso un anno, le abbandona per mancanza di benefici o per gli effetti collaterali. Dopo alcuni mesi di assunzione, i dopamino-agonisti possono infatti generare un effetto negativo come l’augmentation, ossia un’anticipazione nell’orario di comparsa dei sintomi, un incremento nella loro intensità e una maggior estensione delle zone del corpo interessate.

Il lavoro pubblicato su Lancet Neurology è il più ampio trial multicentrico finora condotto per testare l’efficacia degli oppioidi sulla RLS. Ha coinvolto 304 pazienti in 55 centri europei (Austria, Germania, Spagna e Svezia). In una prima fase, i pazienti sono stati randomizzati in doppio cieco al trattamento con ossicodone/naloxone o placebo per 12 settimane; 197 soggetti sono poi passati a una fase di estensione in aperto, durata altre 40 settimane. All’inizio del trial, l’intensità media dei sintomi – misurata con la scala di valutazione da 0 a 40, messa a punto dall’International RLS Study Group – era pari a 31.7 (grado molto severo); al termine della 12a settimana, il gruppo ossicodone/naloxone era sceso a un punteggio pari a 15.1 (grado lieve-moderato), registrando così una riduzione della sintomatologia iniziale di oltre il 50%, mentre il gruppo placebo si era attestato a 22.1. Al termine delle successive 40 settimane, l’intensità dei disturbi era ulteriormente scesa a 9.7 della scala IRLSSG (grado lieve).

I positivi risultati dello studio dimostrano che l’associazione fissa ossicodone-naloxone a rilascio prolungato può rappresentare un’arma terapeutica importante, particolarmente utile per i casi “non-responders” alle terapie consuete e nei pazienti che presentano il fenomeno dell’augmentation.

The Lancet